Il sole, il nostro petrolio
Superbonus: sbagliato chiudere i rubinetti
Monsummano Terme, venerdì 20 maggio 2022
Mercoledì si è svolta la terza manifestazione di protesta contro il governo Draghi e il comparto bancario che hanno affossato tutti i bonus edilizi, compreso il Superbonus, chiudendo di fatto i rubinetti della gestione del credito.
Il governo, cambiando le regole automaticamente a botte di decreti che correggono i precedenti, gli istituti bancari smettendo di acquistare il credito di imposta, tutti e due insieme burocratizzando la gestione, rendendola di fatto infinita (90/120 giorni) è poco conveniente alle imprese.
Il Superbonus si fonda sullo sconto in fattura e sulla cessione del credito, il primo fatto dalle imprese, il secondo direttamente dai clienti, perché tutto ciò può avvenire soltanto dopo i due SAL (primo e secondo, 30% e 60% minimo) o la realizzazione completa (fine lavori), quindi sempre a posteriori.
Chiudere i rubinetti della liquidità alle imprese significa impedirgli di portare a termine i lavori iniziati, e non pensare nemmeno di aprirne di nuovi, un boicottaggio silente che scontenta tutti e impedisce agli italiani di efficientare la propria casa, risparmiare sulle proprie bollette e aumentare il valore del proprio immobile.
Per le imprese del settore invece è una vera e propria ecatombe, una trappola mortale architettata proprio dopo la pandemia. Una vergogna assoluta!
In un mondo normale chi può pensare di ostacolare l’unica misura che funziona davvero?
Nel 2021 il Superbonus ha dimostrato di far girare l’economia (+6,6% PIL), crea fatturato per le imprese produttrici, di servizi e di manodopera, crea posti di lavoro, riempie le casse dello stato e delle banche, patrimonializza gli immobili.
Sicuramente se il presidente del consiglio o il ministro dell’economia rispondessero agli italiani, sarebbero super favorevoli al Superbonus, perché ai cittadini conviene tantissimo, i nostri figli non sarebbero costretti ad andare a lavorare a Barcellona o a Londra, e l’unico calo evidente sarebbe solo nelle vendite degli antidepressivi.
Infine una buona notizia: gli imprenditori italiani, se qui in patria sono massacrati, considerati evasori a prescindere, all’estero non solo sono ben visti, ma incentivati a portare i loro skill oltre confine.
Perché siamo considerati così bravi? Grazie alla burocrazia, probabilmente vivendo in un ambiente così ostile (l’Italia non è un Paese per imprenditori), quando le regole sono oneste e non asfissianti, possiamo esprimerci al meglio.
Daniele Ielli – Amministratore Green Idea Srl